Si sa Furio è sempre attento alla qualità dei suoi articoli, ricercando sempre e di persona: bontà, unicità, purezza e cultura all’interno delle sue innumerevoli scelte per i suoi avventori. Per questo nasce questa rubrica, per raccontarvi dei territori, della cultura e dei prodotti, non intesi solo come merce, ma come dei regali che la nostra magnifica penisola ci offre e che solo attraverso il lavoro di gente appassionata si trasformano nei NON SOLO… di VINO SFUSO E, che Furio sceglie con attenzione.
Io, la voce narrante, mi definisco scherzosamente l’ “Enotriere” di Furio perché è qui a Siena, dove mi sono stabilita, che è nata questa mia passione per il vino che cerco di approfondire con le mie militanze da sommelier, ma, mi piace dirlo e ribadirlo: le mie radici sono nell’ Antica Enotria (ma questa è un’altra storia). Vivendo poi a stretto contatto con il mondo e i personaggi del Vinaio di Furio, mi sono appassionata ancora di più a queste storie di vino e non solo… e voglio condividerle con voi. E non potevo che iniziare con una storia goliarda, alla Furio: quella di un vino bianco leggendario l’EST! EST!! EST!!! di Montefiascone, riconosciuto come DOC nel 1966, ma con una storia ben più antica, legata ad un uomo che morì per il troppo bere. “Est est est Propter nimium est hic IOANNES DE FVCHER dominus meus mortus est”-“Per il troppo EST EST EST qui giace morto il mio signore Johannes Defuk”-; è questo l’epitaffio posto sulla tomba del vescovo Johannes Defuk, sepolto nella chiesa di San Flaviano a Montefiascone (VT).
Le cronache narrano che tale Johannes nel 1111 D.C. discese dalla Germania attraverso l’ “Italia” a seguito di Enrico V, che doveva essere incoronato imperatore del Sacro Romano Impero da papa Pasquale II. Essendo un grande conoscitore e stimatore di vini dell’epoca, durante questa discesa verso Roma, Johanne inviò come avamposto il suo coppiere Martino, incaricato di individuare i migliori vini dei territori attraversati e di renderne riconoscibili i luoghi di consumazione, marchiando con la parola “EST” (c’è) le insegne delle locande in cui vi era un vino degno di nota. Nel tragitto Johanne trovò insignite varie locande con l’ “EST” e anche qualcuna con un rafforzativo “EST! EST!”, per sottolineare una nota di spicco rispetto agli altri “EST”, ma solo quando arrivò a Montefiascone trovò il triplo rafforzativo che premiò il bianco di questo territorio, chiamato da allora EST! EST!! EST!!! Ovviamente il vescovo si trasferì a Montefiascone e godette di questa prelibatezza fino appunto al giorno della sua singolare morte, lasciando ai posteri questa curiosa leggenda.
L’ EST!EST!!EST!!! rispecchia in modo perfetto il particolare territorio di Montefiascone che, eretta sul colle più alto dei Monti Volsini a 590 metri S.L.M., domina la sponda sudorientale del lago di Bolsena. Il lago è di origine vulcanica e sui suoi margini l’uva cresce e matura in un microclima mitigato dalla giusta cessione di calore e di umidità, generando poi un vino alcolico e ricco di profumi incorniciato da una armonia minerale perfetta.
Dei NON SOLO di Furio fa parte l’ EST!EST!!EST!!! di Montefiascone DOC della Cantina Stefanoni (Zona Classica) che è un vino ottenuto per il 50% da uve Roscetto (Trebbiano giallo), per il 30% da uve Procanico (Trebbiano Toscano) e per il 20% da uve Malvasia bianca. Nel bicchiere è luminoso e trasparente, di colore giallo paglierino chiaro, e si presenta al naso con tenui aromi di fiori di campo, seguiti da una ricca gamma di frutta a polpa gialla tra cui spiccano il licis, l’ananas e il melone, per poi terminare con piacevoli note minerali. Ha un gusto caldo e secco con una spiccata acidità e una notevole sapidità, seguite da una leggera nota amarognola. Ecco perché la sua freschezza accompagna egregiamente aperitivi a base di formaggi morbidi e grassi e secondi piatti a base di carne bianca; seppure l’abbinamento perfetto risulta con i primi e i secondi piatti a base di pesce d’acqua dolce, ovviamente di lago (come lo si può gustare in loco insieme al classico coregone del lago di Bolsena in carpaccio o arrosto), ma anche di fiume (ad esempio con i rigatoni saltati nel sugo di una succulenta trota salmonata di 3 kg aromatizzata con le olive e le erbette del mio orto).
Infine direi che non disdegna affatto l’accompagnamento con piatti di pesce di mare, visto l’arrivo della bella stagione e la voglia di gustare un bel pesciolino cullati dal suono e dal profumo più belli del mondo.